Claudia Campolongo a cuore aperto per Musical Times

Classe 1975. Livornese d’origine, Milanese d’adozione. Claudia Campolongo, (attrice, musicista, cantante, performer e chi più ne ha più ne metta).. è lei che ho raggiunto telefonicamente qualche giorno fa. La sua energia travolgente ha superato ogni mia aspettativa ma la cosa più bella è stata scoprire un’artista che, benché sia conosciuta principalmente per i tempi comici straordinari, nasconde uno spessore umano di una certa portata. Abbiamo chiacchierato per quasi un’ora, ha aperto il suo cuore a Musical Times e ho scoperto una persona sensibile, curiosa ed educata. Di seguito il sunto delle nostre chiacchiere.

Claudia, siamo entrambi toscani (io sono di Prato e tu di Livorno). Dove vivi adesso?

Vivo a Milano da ormai dieci anni. Per i primi anni ho fatto un po’ avanti e indietro tra qui e la toscana. Quando venivo a Milano vivevo già in questo bellissimo albergo dove mi trovo adesso e poi dopo qualche anno ho deciso di mettere radici proprio qui e sono felice.

No aspetta.. Ho capito bene? Vivi in un albergo?

Esattamente! Una specie di Residence meraviglioso con tutti i comfort di cui ho bisogno. Per i primi anni in cui facevo la spola tra Livorno e Milano, lo vivevo come un punto d’appoggio. Poi mi ci sono affezionata e ho deciso di viverci stabilmente.

Che figata! Scusa il francesismo, ma questa cosa fa molto “artista”. Mi piace un sacco. E a Livorno ci torni mai?

Ogni tanto ci torno si, soprattutto per trovare la mia mamma che oggi ha 78 anni. Sono molto affezionata a Livorno, però qui a Milano mi sono ricostruita una vita. Amo questa città!

Tuo padre era un pianista, giusto? E’ lui che ti ha trasmesso la tua grande passione per la musica?

Assolutamente sì! Sono cresciuta con mio padre che suonava il piano. Non aveva mai studiato, era autodidatta ma era molto bravo… ricordo che mi raccontava spesso con fierezza di aver suonato diverse volte con Peppino Di Capri. Passavo le ore sulle sue ginocchia mentre suonava… da lì è nato il mio grande amore per la musica. Mio padre però, pur essendo talentuoso, riconosceva che la mancanza di studio lo aveva sicuramente penalizzato in qualche modo, quindi mi ha sempre detto: ”Studia! Studia!” ed io ho seguito il suo consiglio: Mi sono diplomata in pianoforte a 23 anni!

Quindi nasci musicista! E il tuo amore per il teatro? E’ un amore anche quello, giusto?

Senza ombra di dubbio!!! Ho sempre amato il mondo della recitazione, del teatro, del musical. Pensa che già all’età di 6 anni facevo grandi spettacoli in casa e costringevo tutti a guardarmi (sorride). Poi però, la mia prima vera esperienza a livello teatrale è arrivata nel 2007 con lo spettacolo “80 voglia di ‘80” con la regia di Fabrizio Angelini. Io ero la direttrice musicale, mentre Paolo (Ruffini) era il protagonista dello spettacolo. Fu proprio Fabrizio a scoprire le mie doti da cantante e da attrice. Mi diede un ruolo completo e da allora mi innamorai perdutamente di questo mondo!

Wow! Torniamo un attimo alla musica… scusami se passo da un argomento all’altro ma questa conversazione mi sta coinvolgendo sempre di più. In questa quarantena tutti cucinano, mangiano, cantano, ballano e fanno tik tok… non credi invece che sarebbe bello dedicarsi anche ad attività come imparare a studiare uno strumento?

La quarantena è utile a tantissime cose. E’ un periodo difficile per tutti, nessuno escluso. Avendo fermato questa centrifuga che è la vita di tutti i giorni, personalmente ho capito molte cose. Mi ha dato il tempo di dedicarmi a tante cose alle quali volevo dedicarmi da un po’ ma alle quali non riuscivo a dare il tempo che meritavano. Ad esempio, in questo periodo compongo molta musica. Per farlo ho sempre avuto bisogno di essere sola. Devo trovare l’ispirazione. Quindi nel corso della giornata, nella mia solitudine, guardo fuori dalla finestra, rifletto, mi distraggo con alcune attività e poi improvvisamente arriva l’ispirazione. Mollo tutto e compongo. E’ davvero molto bello dedicare questo tempo alla musica. Perciò sì, sfruttare questa quarantena per imparare a suonare uno strumento può essere una bellissima idea!

Ora parliamo di cinema. Perchè non ti sei fatta mancare niente tu eh! Nel 2010 hai preso parte a film come “Maschi contro femmine” e “Cacao” poi nel 2013 sono arrivati “Tutto molto bello” e “Fuga di cervelli” di Paolo Ruffini. Quale di queste esperienze ricordi con più piacere?

Sono state tutte esperienze molto belle anche se parliamo di piccoli ruoli. Sicuramente se devo scegliere il ricordo più divertente, cito “Maschi contro Femmine” perché la scena si svolgeva in una spiaggia di nudisti ed ho recitato completamente nuda (ride). Se invece parliamo di “emozione” dico “Fuga di cervelli”. E’ stato il primo film per il quale ho scritto la colonna sonora, quindi ci sono molto molto legata.

Hai lavorato anche in tv, giusto?

Si. Ho partecipato a “Colorado” per due edizioni. Nel 2017 e nel 2018. Il primo anno facevo parte delle principesse..ed io ero la Bella addormentata, che si risvegliava dopo 120 anni di sonno.

Il secondo anno invece interpretavo la zia di Belen Rodriguez. Quante risate!!

Come ti sei trovata in tv? Ti piace come settore?

Sicuramente amo molto di più il teatro. Il calore del pubblico, l’emozione del palcoscenico, il contatto con le persone e lo scambio di emozioni che vivo in teatro è impagabile. La tv è una bella vetrina, una bella possibilità per farsi conoscere.

Cosa pensi del successo facile ottenuto grazie all’avvento dei Reality Show? Li segui?

I reality non li guardo. Diciamo che li osservo. La mia deformazione professionale da attrice mi da la curiosità di capire profondamente l’essere umano. Mi incuriosisco di fronte a certe dinamiche, a volte mi diverto, altre mi indispongo.

Non giudico gli artisti che vogliono partecipare ai reality: la tv è un grande mezzo, è una grande possibilità per farsi conoscere. Non mi piace il “sistema”, la strumentalizzazione. Quello critico.

E ora arriviamo al nostro amato settore: il Musical. Ne hai fatti veramente tanti e tutti bellissimi: Hairspray, Kinky Boots, Sister Act, Aladin, The Full Monty, Cercasi Cenerentola, La Famiglia Addams. Quale di questi personaggi ti porti maggiormente nel cuore?

E’ bellissimo entrare costantemente in mondi e personaggi differenti. E’ un’esperienza che arricchisce. Non sminuisco nessuno dei personaggi che ho interpretato, sia chiaro… Però Suor Maria Lazzara di “Sister Act” (Compagnia della Rancia, regia di Saverio Marconi) l’ho amato. Credo che lo spettacolo di per sé sia stupendo e costruito benissimo. E’ divertente, profondo, emozionante. E’ un messaggio d’amore vero e puro. E poi ragazzi, la suora che fa rap è straordonaria! (sorride). Inoltre amo la regia di Claudio Insegno. Amo la sua capacità di saper giocare in teatro..non è da tutti. Lui ha la capacità di colare gli spettacoli con colori unici che sono solo suoi. Ci amiamo follemente e adoro lavorare con lui!

Hairspray – il Musical (2018, Regia di Claudio Insegno)

E il ruolo in cui hai avuto più difficoltà?

La fatina in “Cercasi Cenerentola” (con Paolo Ruffini e Beatrice Baldaccini, regia di Saverio Marconi). Ho fatto un po’ di fatica perché ero abituata a ruoli prettamente comici..ma ricordo che Saverio mi prese da parte e mi disse: ”Voglio che interpreti il ruolo di una signora elegante e milanese”. E’ stata una bella sfida!

Ultimamente invece ti sei cimentata nella prosa, grazie allo spettacolo “L’Esorcista” per la regia di Alberto Ferrari. Premetto che non l’ho visto e mi dispiace moltissimo. Mi hanno detto molti colleghi che è stato veramente un grande spettacolo… benché io, lo ammetto, ero un po’ scettico sulla riuscita di un titolo del genere. Com’è andata?

Guarda Denny, all’inizio anch’io ero scettica come te. Perchè in uno spettacolo del genere cadere nella macchietta è un attimo. Però devo dire che il regista, Alberto Ferrari, ha fatto un capolavoro. Si è rifatto al libro e non prettamente al film. Ha chiesto a tutto il cast di leggerlo e ci ha dato così la possibilità di entrare nei personaggi in un modo più profondo. “L’Esorcista” non è stato uno spettacolo Horror, bensì un vero e proprio dramma.

Sicuramente non è un ruolo semplice quello che hai interpretato. Tu eri Regan, la protagonista. Qual’è stato il tuo lavoro sul personaggio?

Partiamo dal presupposto che Alberto Ferrari ha preso l’intero cast per mano e ci ha dato direttive preziose. Dal canto mio, l’interpretazione più difficile per me era quella strettamente collegata alla bambina di 12 anni che dovevo essere. Era molto semplice non essere credibile in un ruolo del genere e si sa, se non si crede all’attore non si crede nemmeno allo spettacolo e di conseguenza non ci si emoziona. Ho fatto un bel percorso sulla ricerca dei miei sentimenti di quando ero piccola. Non volevo imitare il ruolo di una bambina, volevo sentirmi una bambina.

Riguardo al “demone” invece… beh, è stato divertentissimo. E’ stato un sfogo dal punto di vista fisico. Non c’è palestra che tenga! La voce invece era la mia ma supportata da effetti sonori molto efficaci.

E il trucco? Immagino che passavi le ore nelle mani dei truccatori.

Ti dirò… durante il primo atto non avevo un trucco particolare. Correvo da una parte all’altra ma il trucco era molto semplice. Nell’intervallo però, cioè in 15 minuti, mi sedevo e venivo truccata in modo molto specifico, con tanto di protesi. E poi che dire… volavo. Più effetti scenici di così!

Claudia, io rimango veramente colpito. Ho scoperto una persona profonda e un’artista molto più versatile di quanto immaginassi. Complimenti davvero innanzitutto! Ma… mi chiedo: Tu che fai così tante cose, in quale abito ti senti più comoda? Mi spiego meglio: Ti senti più attrice, più cantante, più musicista?

E’ una domanda difficilissima alla quale non so rispondere. Non posso fare a meno della musica, del canto, del teatro in egual misura.

La musica ha una capacità comunicativa molto forte.. Non ha un vero e proprio linguaggio perché non si codifica. E con la musica, così come con il canto, mi posso esprimere in modo totalitario. Il teatro lo adoro perché c’è di mezzo la condivisione. E’ condivisione con gli spettatori, con i colleghi, con i tecnici. Il Teatro mi da amore!

Se potessi scegliere, quale ruolo vorresti interpretare?

Beh sicuramente non ho l’ambizione di interpretare un ruolo sexy, non me lo assegnerebbero mai, anche se sono una gran gnocca! (Ride e io con lei). Mi piacerebbe interpretare un ruolo drammatico. Vorrei scoprire e tirare fuori le fragilità dell’essere umano!

E nel privato come sei?

Una solitaria! Amo la condivisione, amo il mio lavoro… ma poi nel privato condivido ciò che sento solo con le persone che fanno profondamente parte della mia vita. Adoro la magia del silenzio, se devo fare shopping preferisco farlo da sola. Amo godermi i miei spazi.

Parliamo del futuro… anche se adesso è tutto così incerto. Però sono certo che ci riabbracceremo presto, più forte di prima. Progetti all’orizzonte?

Nel mese di aprile dovevo iniziare le riprese di un film di Paolo (Ruffini). Un film nuovo, dal titolo provvisorio “Rido perché ti amo”. Io ho scritto la colonna sonora e avrò un ruolo importante. Sarò l’amica della protagonista. Dovevamo iniziare le riprese e l’uscita era prevista più o meno per il periodo di San Valentino 2021. Ora è tutto rimandato a quando torneremo alla normalità!

Ultima domanda: Sogni nel cassetto? Come artista e come donna.

Sicuramente voglio continuare a rimanere nel mondo del teatro… Se devo sognare (e sognare è lecito!) vorrei anche fare regia un giorno. Ma bisogna studiare per poterlo fare! Ora non è il momento.

Come donna invece, sto imparando a cogliere la bellezza di ogni età. Voglio godermi ogni differenza che c’è tra un periodo e l’altro della vita!

Che dire Claudia, hai un mondo interiore così interessante che non posso fare altro che augurarti il meglio. Ti auguro che ogni tuo sogno si realizzi! E’ stato un piacere chiacchierare con te. Ora sei anche tu parte del Regno di Musical Times e il nostro popolo di visitatori ti sosterrà con molto più amore! A presto

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5 commenti su “Claudia Campolongo a cuore aperto per Musical Times

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